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COMUNICATO STAMPA  

PRESS RELEASE

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Inaugurazione della mostra: martedì 20 febbraio 2001 alle ore 18.30

In anteprima, MC Magma, propone la prima personale in Europa del pittore Pieter Schoolwerth.

Nato a St.Louis (Missouri) nel 1970, Pieter Schoolwerth vive e lavora a New York.

Con l’ultima personale alla American Fine Arts, (maggio 2000), si caratterizza immediatamente come una figura di spicco nel panorama artistico newyorkese.

Pieter Schoolwerth presenta da MC Magma un ciclo di pitture dal titolo: “The black rainbow domino’s effect on the infinitive burgundy line”.

Indecifrabile ed istrionico,Pieter Schoolwerth genera artifici e paradossi da ordinatore segreto in un caos evidente. Pittore visionario, l’artista adotta un inverosimile processo di figurazione, elaborando in questo ciclo di pitture una trama decisamente bizzarra: tre amici, un’evocata linea otto della metropolitana ed un fast food, determinano la connessione sequenziale di tutte le cose tra loro alla birra... In un’intervista rilasciata ad Adrian Dannatt, Schoolwerth dichiara: “…Questa storia presuppone che il mondo sia fatto come un sistema astratto di numeri e colori. Parla di coincidenze che si verificano tra tre compagni di stanza, due dei quali andranno poi in metropolitana e la terza, una donna, lavora in un locale chiamato “Subway” dove si vendono sandwich. La storia si svolge nell’arco di un’ora. L’unico numero di treno che manca al sistema della metropolitana di New York è l’otto, quindi ho sostituito l’otto con un'altra metropolitana, una catena di sandwich…”. Pieter Schoolwerth crea una narrazione dagli esiti sorprendenti, volti ad un evidente realismo illusorio. Spregiudicati calembour visivi, fatti di gesti carismatici, apparizioni concepite sistematicamente da un intrigante sguardo paranoico, magnetico nel trovare un nesso tra tutte le cose, ha escogitato per questo progetto, come in un esperimento, un singolare e rigoroso metodo temporaneo per consumare alcol e droghe. Schoolwerth ha recentemente spiegato che l’idea era quella di liberarsi da un sistema logico per gettarsi nel caos totale. Ripensando all’Alto Barocco, Pieter Schoolwerth ne è affascinato nel modo in cui evoca un senso di fragilità. Ancora nell’intervista di Adrian Dannatt dichiara: “In Rubens c’è un’impostazione perfetta per un ottavo di secondo, un secondo dopo il tutto crolla, l’equilibrio è scomparso. La fragilità di Rubens sta proprio nella fugace percezione dell’impianto che sta per cambiare… Mi piace l’idea di combinare la pittura religiosa barocca con il realismo ed il surrealismo di inizio secolo”. Alla domanda che lo vorrebbe quindi pronto a dichiarare la sua piena consacrazione alla pittura, l’artista risponde confessando invece un coinvolgimento nella “pittura come progetto liberatorio da una logica sistematica”, da ogni ”modalità giustificativa dell’arte concettuale”; dunque la pittura è più che altro una sorta di escamotage per dedicarsi al “modernismo in maniera pre-moderna”. Sorprendente e cristallino nella propria visione del mondo, Pieter Schoolwerth, come un eretico miniaturista di fine Medioevo, riconosce un ordine non superiore a quello della sua stessa volontà ed immaginazione. Da dinamitardo innesca congegni dove, secondo un ordine sconosciuto, tutto è possibile, caratterizzandosi unico, pittore eccellente, decisivo e fortunatamente anche sgradevole portatore di tic nell’attuale panorama artistico internazionale.

E’ vero anche che Schoolwerth, fondando la propria produzione su sistemi privati, improbabili ed impenetrabili, percorre una strada non del tutto solitaria, appartenendo di riflesso, come in un caleidoscopio, a quell’anomala e ristretta stirpe dei “paraconcettuali” che in questi ultimi anni ha catturato l’attenzione di molta parte della critica americana. Una gamma completa di piani d’azione, capricciosi e personalizzati, che per la loro natura segreta e generativa, si estendono dal cyberspazio alla genetica ed a nuove strutture che stanno rapidamente modificando il mondo, come le teorie di cospirazione in gruppi di oggetti altrimenti ordinari di Ronald Jones , fino al più celebre universo metagenetico di Matthew Barney.

testo di Manlio Caropreso

L'artista sarà presente all'inaugurazione, oltre che su appuntamento, sarà disponibile dal 15 al 20 febbraio per incontri con la stampa.

Durata dell'evento, dal 20 febbraio 2001 al 5 aprile 2001.

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Opening: Tuesday, February 20, 2001 at  6.30 PM

MC Magma exclusively presents the painter Pieter Schoolwerth’s first European solo exhibition.

Born in St. Louis, Missouri, in 1970, Pieter Schoolwerth lives and works in New York.

His last solo exhibit in May 2000, at American Fine Arts, immediately brought him to the forefront of the New York art scene.

A series of paintings by Pieter Schoolwerth will be on view at MC Magma. The show is entitled: “The black rainbow domino’s effect on the infinite burgundy line”

Undecipherable and histrionic, Pieter Schoolwerth contrives artifices and paradoxes, imposing a hidden order upon obvious chaos. A visionary painter, he engages in an improbable figurative process, thus creating a suite of paintings with a decisively bizarre subtext: a trio of friends, a simulated 8 line subway system, and a fast food chain - all of which are interconnected by a single element: beer. In an interview with Adrian Dannatt, Schoolwerth claims that this narrative “assumes that the world is made out of color and number systems. It’s about a coincidence between three roommates, two of them riding the subway and the third, a woman, who works at a “Subway” sandwich shop. The whole thing chronicles just one hour of time. The only train number missing from the New York subway system is eight, so I substituted an eight from another subway – that is from the sandwich chain….”Pieter Schoolwerth spins a narrative whose surprising outcome summons an obviously illusory realism. Uninhibited visual puns, these apparitions are the result of a charismatic gesture which has systematically arranged them according to an intriguingly paranoid vision. The artist thus establishes a kind of magnetic attraction among his creations, going so far as to devise a means whereby, as if he were conducting an experiment, a singular and rigorous temporary method of consuming drugs and alcohol were being established. Schoolwerth has recently explained that the idea was to free himself of a logical system in order to plunge into total chaos. Recalling the High Baroque period, Pieter Schoolwerth claims he is fascinated by the way it “evokes a sense of fragility.” During his interview with Adrian Dannatt, he also states that “In Rubens you have, just for one-eighth of a second, this perfect composition, and a second later the whole thing collapses, the balance is gone. The fragility in Rubens is that your perception of the composition will change a second later….I like the idea of combining baroque religious painting with early twentieth-century Surrealism.” Upon being asked whether he is ready to declare his total devotion to painting, the artist instead confesses that “this project freed me of systematic logic,” of the “conceptual art justification mode”; painting thus constitutes a kind of stratagem in order to “addressing modernism in a pre-modern way”. Surprising and crystalline in his worldview, like a heretical medieval illuminator, Pieter Schoolwerth does not bow to an order above that of his own will and imagination. He subversively sets off visual bombs which, in accordance with a concealed order, allow for countless possibilities He may thus be distinguished as unique; an excellent painter who is a determined purveyor of thankfully unsettling tics on the international art scene.

It must, however, be said that Schoolwerth is not alone in anchoring his creations to private, improbable, and impenetrable systems. He may thus be situated, as in a kaleidoscope, within the anomalous, circumscribed circle of the “paraconceptualists,” who have largely captured the attention of American critics in the last few years. These artists deploy a whole array of personalized, capricious game plans, which, given their abstruse, generative nature, range from cyberspace to genetics, to new structures which are rapidly altering our world. These include Ronald Jones’s conspiracy theories around groupings of otherwise ordinary objects, or the more renowned metagenetic universe of Matthew Barney.

text by Manlio Caropreso

The artist will be present at the opening, and will also be available by appointment and from February 15-20 for press conferences.

Show runs: 20 February – 5 April, 2001. Gallery hours: Wednesday through Saturday, 3:00 - 6:30 PM.

 
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